Sospensione da mancanza di vaccinazione: cosa fare?

Cosa dice la legge?

  • Dal 15.12.21 è requisito essenziale per lo svolgimento dell’attività lavorativa l’effettuazione del ciclo vaccinale (prime due dosi e terza dose di richiamo)
  • Dal 15.12.21 i dirigenti e responsabili delle strutture devono verificare l’effettuazione della vaccinazione o la presentazione della richiesta di vaccinazione (secondo le regole della campagna vaccinale vigenti)
  • L’obbligo è escluso solo in caso di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale (certificato di esonero o differimento)
  • In assenza di vaccinazione o prenotazione i dirigenti e i responsabili invitano senza indugio l’interessato a produrre entro 5 giorni la documentazione:
  1. effettuazione vaccinazione
  2. attestazione omissione o differimento (art. 4 co. 2)
  3. richiesta vaccino entro 20 giorni dall’invito
  4. insussistenza dei presupposti per l’obbligo vaccinale
  • in caso di mancata presentazione dei documenti sopra elencati (o nel caso in cui detti documenti non siano considerati sufficienti) i dirigenti accertano l’inosservanza con comunicazione scritta (è un atto di accertamento di inadempimento che determina l’immediata sospensione)

La sospensione comporta la conservazione del rapporto di lavoro, senza retribuzione, senza conseguenze disciplinari (per un periodo attualmente di 6 mesi a decorrere dal 15 dicembre).

NOTE:

1) VALUTARE SEMPRE con il medico di medicina generale (e/o medici specialistici) il proprio stato di salute e l’eventuale compatibilità con l’inoculazione (se possibile farsi prescrivere accertamenti e visite specialistiche quando si riceve la prima lettera [facsimile n. 1]). Il medico curante può rilasciare attestazione di omissione o differimento se ha aderito alla campagna vaccinale, altrimenti potrà dare certificati da presentare al medico vaccinatore. Se in possesso di questi certificati comunicarlo al Dirigente/Responsabile giustificando così il differimento dell’appuntamento per la vaccinazione [fac simile n. 2]

2) NON SI Può ESSERE SOSPESI, in tutti i casi in cui non si stanno svolgendo le mansioni lavorative per malattia, congedi, aspettative, precedenti all’atto di accertamento dell’inadempimento vaccinale.

3) nel periodo tra entrata in vigore dell’obbligo e l’accertamento dell’inadempimento si può lavorare presentando il semplice green pass (da tampone o guarigione o primo ciclo vaccinale).

4) DURANTE la sospensione, se si accede al luogo di lavoro si può essere sanzionati; inoltre alcuni legali ritengono si possa agire per ottenere

  • assegni nucleo familiare – in presenza di figli-,
  • assegno alimentare per i dipendenti pubblici (art 82 del D.P.R. n. 3/1957).

La questione non è certa ma è consigliabile fare quanto possibile per richiedere queste indennità (la prima di competenza dell’INPS, la seconda dei sindacati in quanto disposta dall’Autorità che ha dichiarato la sospensione).

PROCEDURA PER POSTICIPARE

(possono essere assunti tutti o solo alcuni a seconda della condizione di ciascuno e della propria sensibilità)

  • chiedere che l’invito alla vaccinazione sia spedito a mezzo pec o raccomandata Se a mezzo raccomandata posticipare il suo ritiro in prossimità del 30° giorno.
  • rispondere in prossimità del 5° giorno dal ricevimento, (salvo migliori strategie che saranno comunicate) anche senza l’aiuto di un avvocato – una diffida all’Azienda Sanitaria e al proprio dirigente/responsabile chiedendo a) delucidazioni in merito al consenso informato b) l’ostensione della prescrizione medica (vedasi fac-simile nr. 3 e 4)
  • nel frattempo fissare la data dell’appuntamento entro i 20 gg successivi al ricevimento dell’invito e poi tentare di spostare/rinviare la data dell’appuntamento (per ferie/malattia/accertamenti diagnostici)
  • presentarsi all’HUB vaccinale con un legale che intenda sostenere la propria richiesta di delucidazioni in merito al consenso informato (metodi avvocati Holzsein e Fusillo)
  • in ogni caso compilare correttamente il consenso informato barrando “non so”, inserendo le proprie patologie, allegando eventuali esami diagnostici, facendo firmare il sanitario vaccinatore
  • subire la sospensione, inviare diffida con messa a disposizione (fac simile n. 5) e valutare ricorso giudiziario.

Questi materiali vengono messi a disposizione dai legali che collaborano con l’associazione Vivere o Sopravvivere. Eventuali diffide che debbano essere inviate personalmente dall’avvocato avranno il costo di € 30,00 per i soci di Vivere o Sopravvivere ed € 70-100,00 per gli altri (a seconda del grado di personalizzazione).

PER EVENTUALE RICORSO AL GIUDICE

  • se ci sono urgenti motivi di pericolo informare l’avvocato (es. unica paga in famiglia, problemi di salute, comportamenti discriminatori del datore di lavoro)
  • cercare di compiere tutti i passaggi della procedura sopra descritta (ogni passaggio e documento costituisce una prova dell’infondatezza dell’obbligo vaccinale)
  • raccogliere e predisporre per la consegna all’avvocato i seguenti documenti: buste paga (evidenziando gli ammanchi), provvedimento di sospensione, eventuali comunicazioni circolari del datore di lavoro/dirigente/responsabile, elenco e documenti proprie spese fisse (che possano descrivere il proprio stato economico)

In linea generale il ricorso va presentato entro 180 giorni dalla sospensione, l’importo dovuto per spese di giustizia (da verificare caso per caso varia da € 43,00 ad € 259,00), il compenso dovuto all’avvocato è secondo le tariffe pari almeno ad € 2.500,00. Importo che in caso di vittoria viene rimborsato dalla controparte. Per i soci di Vivere o Sopravvivere sarà richiesto un acconto di € 300,00, per gli altri la contrattazione sarà specifica con il legale incaricato.

Allo stato è molto difficile ipotizzare gli esiti di eventuali cause, essendovi state molte pronunce che hanno avvallato le scelte governative in considerazione del momento. Comprendiamo le ragioni di chi voglia essere tutelato anche davanti all’Autorità Giudiziaria e condividiamo la battaglia culturale, ma la decisione di intraprendere le vie legali e il limite fino al quale spingersi dipende dalla sensibilità, dal coraggio, dall’interesse e dalle possibilità di ciascuno.

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